I SACRAMENTI DEL SANTO BATTESIMO E DELLA SANTA CRESIMA NELLA CHIESA ORTODOSSA
(Barcelona, 1 dicembre 2008)
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
Ringrazio di cuore la Delegazione per l’Ecumenismo e le Relazioni Interreligiose dell’Arcidiocesi di Barcelona per il fraterno invito di partecipare, sia come relatore che come moderatore, ai lavori del IV Simposio Internazionale Teologico Ecumenico di Barcelona intitolato: “Il Battesimo e la Cresima nelle Confessioni Cristiane”. Un speciale saluto fraterno al Presidente della Delegazione Mons. Jaume González-Agápito Granell, all’Eminentissimo e Reverendissimo Signor Cardinale Lluís Martínez Sistach, Arcivescovo-Metropolita di Barcelona e Gran Cancelliere della Facoltà Teologica di Catalonia e a tutti gli Eminentissimi, Eccellentissimi, Reverendissimi e Illustrissimi partecipanti a questo importante Convegno Internazionale, che ormai è divenuto una cosa istituzionale europea nel settore Teologico-Ecumenico.
Il tema che mi è stato assegnato è: “Il Battesimo e la Cresima nella Chiesa Ortodossa”. Spero di rispondere alle Vostre attese.
1. Introduzione
“Professo un solo battesimo in remissione dei peccati”. Il decimo articolo del Simbolo della Fede ci introduce nel grande capitolo dei Santi Sacramenti della nostra Chiesa, dei quali il primo è il Battesimo.
I mezzi e i canali della Grazia sono i Sacramenti, cioè quelle sacre funzioni con le quali si trasmette all’uomo la Grazia Divina e la forza che lo purifica dal peccato, lo santifica e lo rende giusto davanti a Dio. Sacramenti, con il significato generale del termine, sono anche i sacri dogmi della Chiesa, quelle verità divine e soprannaturali, che restano incomprensibili e misteriose alla mente umana. E’ solo con la fede che l’uomo le rende proprietà della sua anima.
I Sacramenti sono istituiti da Dio e trasmettono all’uomo la Grazia dello Spirito Santo per rinnovarsi e salvarsi. La Grazia Divina si trasmette anche con la Parola di Dio, con la predicazione del Vangelo e la preghiera. Allora l’uomo si illumina e si rafforza nella lotta quotidiana, ma essa è una grazia parziale. La pienezza della Grazia, la Grazia Divina intera e perfetta, si trasmette con i Sacramenti, senza i quali non è possibile per l’uomo la salvezza.
La grazia dei Sacramenti, come l’intero culto cristiano, scorre dal sacrificio sulla Croce del Signore, come dice Sant’Atanasio d’Alessandria, e, particolarmente, dal costato trafitto con la lancia del Salvatore Crocifisso. Questo concetto è ribadito pure da San Cirillo di Gerusalemme e San Giovanni Crisostomo. Il Crisostomo collega esplicitamente l’acqua uscita dal costato del Crocifisso, con il Santo Battesimo e il sangue con la Divina Eucaristia (vd. Athanasios Fragopoulos, I mezzi della Grazia – I Sacramenti, ed. “Tre Gerarchi”, pp. 14-24). Infatti, nella Tradizione e nella prassi della Chiesa di Cristo non esiste una separazione tra Battesimo ed Eucaristia, che con la Santa Cresima costituiscono l’“iniziazione” cristiana chiamata unicamente Sacramento della Santa Illuminazione.
I Sacramenti sono queste forze divine con le quali la Chiesa purifica l’uomo dal peccato, lo libera dal peso della maledizione e della colpa, gli concede il perdono dei peccati, lo nutre spiritualmente e lo edifica nella vita santa dello Spirito. E poiché l’uomo è composto da due elementi, lo spirito e la materia, l’anima invisibile e il corpo visibile, anche i Santi Sacramenti hanno l’elemento invisibile e quello visibile. Invisibile è quello che non si vede, cioè la Grazia Divina, mentre visibile è ciò che si vede e sente l’uomo durante la celebrazione del Sacramento, come, ad esempio, nel Battesimo i dati visibili sono l’acqua, la triplice immersione e l’olio e nella Cresima l’unzione con il Santo Miro. Dunque, dentro le cose visibili e sensibili si nascondono quelle invisibili e soprannaturali, le divine e spirituali, la Grazia stessa che santifica, lo Spirito che illumina, salva e rinnova. Così le cose visibili e sensibili diventano i sacri canali della Grazia e della Forza Divina.
2. Il Sacramento del Battesimo
Il Santo Battesimo è il primo sacramento, senza il quale l’uomo non riceve la Grazia Divina e non diventa uomo di Dio, perciò è obbligatorio per ogni uomo e, particolarmente, per il cristiano. Con il Battesimo il cristiano rinasce una volta per sempre, perciò il sacramento non è ripetibile. E’ stato istituito dallo stesso Figlio di Dio “incarnato per noi uomini e per la nostra salvezza” Gesù Cristo. E’ stato istituito con “opere e parole”. Con le “opere” quando Egli stesso, anche se impeccabile, fu battezzato nel Giordano, mostrando a noi peccatori il modo e la necessità di essere battezzati. Con le “parole” quando ha dato l’ordine ai Suoi Santi Discepoli e Apostoli dopo la Sua Resurrezione: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28, 19) e ancora: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato” (Mc 16, 15-16). Il sacramento del Battesimo, dunque, l’ha istituito il Signore stesso, l’hanno praticato gli Apostoli e l’hanno trasmesso alla Chiesa che l’ha ricevuto e lo custodisce senza modifiche.
Come si amministra il Battesimo? Dopo che il futuro battezzato viene catechizzato, confesserà la vera fede e verrà unto con l’olio benedetto, viene battezzato, cioè immerso tre volte nell’acqua santificata della Santa Fonte “nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”, come ha ordinato il Signore. Qui bisogna dire che la parola greca “battezzo” (βαπτίζω), significa immergo totalmente dentro l’acqua. Questa immersione triplice, come ufficialmente viene detta e viene praticata durante il Santo Battesimo nella Chiesa Ortodossa, costituisce la più importante parte del sacramento.
Che cosa succede durante il Battesimo? Nel Santo Battesimo avviene una morte e una resurrezione, una nascita, o meglio una rinascita. In primo luogo una morte, perciò il battezzato deve essere immerso totalmente nell’acqua santificata della Santa Fonte. Questa immersione simbolizza la morte del vecchio uomo. Si mortifica, è sepolto nella Santa Fonte, muore l’uomo peccatore. La conseguenza del peccato originale fugge dall’uomo e viene cancellata, liberandolo dal dominio del peccato, nonostante che, dopo il Battesimo, rimanga l’inclinazione verso il male, dal momento che i Sacramenti non operano magicamente. Il battezzato deve lottare con le proprie forze e fare molti sforzi per conservate la sua rinascita battesimale. In ogni modo, dalla Santa Fonte e con la triplice immersione nell’acqua benedetta e santificata, il battezzato ne esce morto, per quanto riguarda il peccato, e rinato nella vita nuova, risuscitato nella vita di Cristo, figlio di Dio, fedele cristiano, membro del Regno di Dio, cioè della Chiesa di Cristo e, di conseguenza, erede del Regno celeste.
L’Apostolo delle Genti, San Paolo, mostra splendidamente la rinascita spirituale dell’uomo dopo il Battesimo, nel sesto capitolo della sua Epistola ai Romani, versetti 3-11, che costituiscono la lettura apostolica che si legge durante la celebrazione del Sacramento. Il vissuto del mistero della Croce e Resurrezione di Cristo, secondo i Santi Padri, è la trasfigurazione e la restaurazione dell’uomo con la partecipazione all’energia illuminatrice e divinizzatrice di Dio. Con il Santo Battesimo la mortalità e la corruttibilità vengono superate. Se la morte del male, la resurrezione del bene, la rinascita, l’adozione, la nuova vita spirituale sono i doni e le grazie del Battesimo, abbiamo tutti l’obbligo di vivere dopo il Sacramento puri e santi, senza nessuna macchia che oscuri la nostra illuminazione.
Il Battesimo si chiama anche ˝φώτισμα˝ (illuminazione), ˝λουτρόν παλιγγενεσίας˝ (bagno di rinascita), ˝μυστικόν λουτρόν˝ (bagno mistico), ˝λουτρόν σωτηρίας˝ (bagno di salvezza), ˝ὓδωρ ζωῆς αἰωνίου˝ (acqua di vita eterna), ecc. Si chiama “bagno di salvezza”, perché offre la purificazione dell’anima; “bagno di rinascita”, perché riporta l’uomo alla vita innocente paradisiaca prima della caduta, e “illuminazione”, perché l’uomo si illumina passando dalle tenebre del peccato alla luce di Cristo, diventa tutto luce e vita e risplende, in lui, la luce della vita divina. Perciò quanti progredivano nella catechesi ed erano pronti per ricevere il Battesimo si chiamavano, nell’epoca antica, ˝φωτιζόμενοι˝ (illuminati), nome che sentiamo ancora oggi durante il periodo della Santa e Grande Quaresima quando si celebra la Divina Liturgia dei Doni Presantificati.
3. Il Sacramento della Cresima
Il neo-illuminato uscendo dalla Santa Fonte battesimale, nella quale ha ricevuto “la beata purificazione”, riceve in seguito “la divina santificazione tramite la Cresima vivificante”, per usare le parole della preghiera speciale del Sacramento della Santa Cresima. Il sacerdote gli unge con il Santo Miro la fronte, la bocca, gli occhi, gli orecchi, il petto nella parte del cuore, le mani, i piedi e la spala. Nella Chiesa antica non si faceva così, ma “imponevano (gli Apostoli) le loro mani sulla testa (dei battezzati) e ricevevano lo Spirito Santo” (At 8, 17). Durante il 2° secolo abbiamo l’unzione dopo il Battesimo e l’abolizione della pratica liturgica della imposizione delle mani (vd. Georgios Filias, Il Sacramento della Cresima, in “Studi storico-teologici sul culto ortodosso”, ed. Grigoris, 2002, p. 47).
Dalla preghiera speciale della Santa Cresima si comprende che durante l’amministrazione del Sacramento succedono eventi prodigiosi, conseguenza della discesa dello Spirito Santo sul battezzato. Si realizza la profezia dell’Antico Testamento: “Dopo questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo” (Gl 3, 1). Succede una reale discesa dello Spirito Santo come esattamente è successo il giorno della Pentecoste: “A chi è stato santificato con la sacrissima cerimonia della divina nascita (battesimo), la unzione con il miro dona la illuminazione del divinissimo Spirito” (Dionigi Areopagita, Sulla gerarchia ecclesiastica, IV, 3, 11, introduzione – traduzione – annotazioni Ignatios Sakalis, ed. Pournaras, 1985, p. 103). Il Sacramento, e soprattutto la sua cattolicità per tutti i fedeli, viene sottolineata anche nella profezia di Isaia: “Il Signore degli eserciti preparerà su questo monte un banchetto di grasse vivande per tutti i popoli, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre che copriva tutte le genti” (Is 25, 6-7). Il monte è la nuova Sion, la Chiesa, il banchetto dei cibi e vini è la Divina Eucaristia e con la Santa Cresima vengono strappati il “velo” e la “coltre”.
La preghiera della Santa Cresima la incontriamo nel più antico Euchologio manoscritto, il codice Barberino 336 del 8° secolo ed è la stessa che si trova nel Euchologio in uso odierno. Secondo la testimonianza del codice Barberino 336 l’unzione con il Santo Miro non si faceva subito dopo il Battesimo, ma dopo la investitura bianca e prima della solenne entrata nel tempio per partecipare alla Divina Liturgia battesimale e comunicare dei Misteri immacolati. Nella Chiesa antica – prassi che si conserva fin oggi nella Chiesa Ortodossa – esiste una inseparabile unità tra i tre Sacramenti: Battesimo, Cresima, Eucaristia. Tertilliano, riguardo l’inseparabile dei tre Sacramenti che introduco alla vita in Cristo, dice: “Sigilla l’acqua, investe lo Spirito Santo e completa l’Eucaristia” (De praescriptione haereticorum XL, 4 CCSL, vol. 1, p. 220).
Con il Santo Miro il cristiano diventa profeta, sacerdote e re (vd. Germano di Costantinopoli, P.G. 98, 385). “Diventa profeta perché vede i misteri che l’occhio non ha visto e l’orecchio non ha sentito; diventa sacerdote, perché deve offrire se stesso come un sacrificio vivente, santo e compiacente a Dio, e re perché diventa dominatore delle passioni, figlio di Dio Re dell’universo ed erede del Regno celeste” (Konstantinos Kallinikos, Il tempio cristiano e tutto ciò che si celebra in esso, Atene 1969, ed. n. 4, p. 396).
Secondo San Cirillo di Gerusalemme ricevendo la Santa Cresima veniamo chiamati cristiani: “Ricevendo la cresima, venite chiamati cristiani, verificando così la rinascita e il nome” (Catechesi mistagogiche 3, 5 P.G. 33, 1092). Dopo il Battesimo il vescovo o il presbitero unge con il Santo Miro il battezzato. Questa unzione non si chiama celebrazione del Sacramento, ma trasmissione, amministrazione. Appunto, perché non abbiamo in questo momento una propria celebrazione del Sacramento della Santa Cresima, ma una amministrazione del Santo Miro, durante la quale il celebrante trasmette i carismi, i doni dello Spirito Santo dicendo: “Sigillo del dono dello Spirito Santo. Amen”, frase che ripete per ogni membro unto del corpo. Poeticamente nell’Antico Testamento ciò si esprime con la bellissima frase: “Mettimi come sigillo sul tuo cuore” (Cantico dei Cantici 8, 6).
Un altro modo per capire l’estrema importanza del Sacramento è di comprenderlo come una ordinazione: “Dopo che abbiamo ricevuto la nostra esistenza e nascita spirituale con il battesimo, è naturale acquistare anche l’adeguata energia e movimento. Questa energia e movimento la riceviamo con il sacramento del divinissimo miro. Infatti, il miro attiva le nostre energie spirituali, rafforzando a uno questa, all’altro quella e al terzo più numerose” (Nicola Cavasilas, Sulla vita in Cristo, cap. 3). Con altre parole, quando il battezzato esce dalla Santa Fonte, arriva l’ora della sua ordinazione. Riceve la grazia dello Spirito Santo, in modo di poter operare come laico, essere membro completo del popolo di Dio. “Tutte le ordinazioni nelle basilari strutturali funzioni della Chiesa (laicato, diaconato, presbiterato ed episcopato) prendono luogo dentro la Divina Eucaristia. Il Battesimo e la Cresima, che sono la “ordinazione” dei laici – perché il laico non è come di solito si crede uno non ordinato, ma quello che con il battesimo e la cresima diventa membro ordinario dell’assemblea eucaristica con tutti i diritti e doveri che ciò suggerisce – questi due sacramenti erano uniti con l’Eucaristia nella Chiesa antica e sono incomprensibili senza l’Eucaristia, come anche le ordinazioni” (Metropolita Ioannis di Pergamo, Eucaristia e Regno di Dio, parte III, in “Synaxis”, vol. 52, 1994, pp. 81-97).
Un’altra immagine patristica è quella della consacrazione del tempio: “Il miro perfeziona il battesimo e ci costituisce tempio della Trinità” (Opere di San Simeone di Salonicco, ed. B. Rigopoulos, p. 102). “Tutto l’uomo è divenuto ora tempio di Dio e tutta la sua vita diventa d’ora in poi una Liturgia… L’unico vero tempio di Dio è l’uomo e tramite l’uomo tutto il mondo… Lo Spirito Santo “ha toccato” tutte le cose, tutto il tempo e ha mostrato che tutto è un insieme di pietre preziose di un preziosissimo Tempio” (Protopresbitero Alexander Smeman, Per vivere il mondo, ed. Domos, 1987, p. 112).
Quando succedono la discesa dello Spirito e la ordinazione è evidente che l’uomo non riceve semplicemente un dono da parte dello Spirito Santo, ma lo stesso lo Spirito Santo nella Sua pienezza. “La novità e la unicità di questo Sacramento è che non deporre all’uomo qualche speciale dono dello Spirito Santo, ma lo stesso lo Spirito Santo come donazione… L’incomparabile unicità di questa personale Pentecoste è che riceviamo come donazione ciò che Cristo e solo Cristo possiede secondo natura… In questa Cresima/Unzione di Pentecoste, lo Spirito Santo scende su di noi e dimora dentro di noi come il dono personale di Cristo da parte del Suo Padre, come un dono della Sua vita, della Sua figliolanza e della Sua comunione con Suo Padre” (Protopresbitero Alexander Smeman, Da acqua e Spirito, ed. Domos, 1984, p. 112).
L’uomo è plasmato per possedere lo Spirito Santo. Un sacramento non basta funzionare tipicamente dentro la Chiesa; bisogna funzionare anche, e soprattutto, dentro le coscienze. L’Apostolo Paolo parla dei “frutti” dello Spirito Santo. Ma il frutto presuppone il seme. Quanti di noi ci sentiamo che abbiamo ricevuto, tramite la Santa Cresima, lo Spirito Santo come seme? E perché siamo plasmati per la santità, Dio ci ha offerto i presupposti necessari per diventare santi. Ci ha ordinato/consacrato con lo Spirito Santo. L’autentica nobiltà del cristiano si manifesta in tutta la sua maestosità quando adora Dio e vive dentro la Chiesa come uno ordinato/consacrato: con ringraziamento verso Dio suo padre e responsabilità verso la Chiesa sua madre.
4. Il valore e l’importanza del Sacramento della Santa Illuminazione (Battesimo, Cresima, Eucaristia) per l’uomo moderno
In una società secolarizzata, nella quale il mondo, invece di essere regno di Dio, diventa regno del maligno e l’uomo, invece di essere abitazione di Dio Trino, diventa gioco dei demoni, il Sacramento della Santa Illuminazione aiuta fondamentalmente alla trasfigurazione dell’uomo e al rinnovamento del creato intero. I Sacramenti della “iniziazione cristiana” funzionano ecclesiologicamente, perché mirano all’ecclesializzazione dell’uomo e all’abolizione della secolarizzazione, di questa maledizione dell’essere umano odierno. Se la secolarizzazione è la malattia ontologica dell’uomo, il Sacramento della Santa Illuminazione, quando avviene all’interno dei retti presupposti ecclesiologici, costituisce la guarigione umana e il rinnovamento del mondo.
A questo punto, parlando dei retti presupposti ecclesiologici, vorrei sottolineare due di essi: a) il collegamento tra Fede e Sacramento della Santa Illuminazione; b) il collegamento tra Sacramento della Santa Illuminazione e Comandamenti di Dio.
Nel primo caso, è illuminante la frase di San Basilio il Grande: “La fede e il battesimo sono due modi di salvezza, simili tra di loro e indivisi, perché la fede si perfeziona con il battesimo, mentre il battesimo si fonda sulla fede e così si completano reciprocamente” (Opere di Basilio Magno, Biblioteca dei Padri Greci, vol. 10, p. 350).
Nel secondo caso, vale a dire quello del collegamento tra Santa Illuminazione e Comandamenti, abbiamo l’esplicita dichiarazione del Signore stesso, il Quale dopo l’ordine ai Suoi discepoli di predicare il Vangelo alle genti e di battezzarle nel nome della SS.ma Trinità, ha concluso con la frase: “insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Mt 28, 20). A questo punto sottolineo la didascalia di San Marco l’Asceta, che dice in merito: “Chi è stato battezzato in modo corretto, ha ricevuto misticamente tutta la grazia. Tuttavia si perfeziona con il compimento dei comandamenti” (Filocalia A’, 115, 62). Come il bambino, con il concepimento e la nascita, ha ricevuto la vita, e questa vita con tutti i suoi carismi si manifesta durante il suo sviluppo corporale, così succede anche con il Sacramento della Santa Illuminazione. La Grazia che riceve l’uomo, si manifesta adeguatamente nell’osservazione dei Comandamenti di Cristo durante tutta la vita. In questo senso i Santi Padri collegano il battesimo dell’acqua con il battesimo dello spirito e, nel medesimo senso, si riferiscono al battesimo di lacrime e al battesimo di sangue. San Gregorio il Teologo parla di cinque battesimi: quello di Mosè “che è formale”; quello di Giovanni Battista “che non è totalmente spirituale”; quello di Cristo “che è la perfezione”; quello del martirio e del sangue “che è tanto più reverendo dagli altri”, e quello delle lacrime “che è il più sofferente” (Opere di Gregorio il Teologo, Biblioteca dei Padri Greci, vol. 5, p. 104).
Per poter osservare la grande importanza del Sacramento della Santa Illuminazione o Iniziazione cristiana in tutta la nostra vita bisogna sottolineare quattro grandi cambiamenti che esso crea:
a) Con il Sacramento del Santo Battesimo l’uomo si trasfigura, cioè si purifica la “immagine”, che fu oscurata con la caduta e si offre la possibilità di camminare verso la “somiglianza”. Questa trasfigurazione, questo cambiamento non è ideologico, simbolico e sentimentale, ma ontologico, perché l’uomo, da individualista ed egoista, con il Battesimo riceve la possibilità di non vivere soltanto per se stesso, ma di essere in comunione armoniosa con Dio e il suo prossimo. San Nicola Cavasilas dice in merito: “Questa è l’opera del battesimo: l’abolizione dei peccati, la riconciliazione dell’uomo con Dio; fare l’uomo Dio; aprire un occhio alle anime; gustare l’universo dei raggi divini; prepararci alla vita futura; far sorgere nelle anime la conoscenza di Dio” (Nicola Cavasilas, ed. “Gregorio Palamas”, Filocalia 22, p. 386).
Come abbiamo già detto, il Battesimo si collega con la Santa Cresima e la Divina Comunione. Il Santo Battesimo comunica l’esistenza in Cristo e l’essere. Dice San Nicola Cavasilas: “Poiché il battesimo dà l’essere e il sussistere totalmente secondo Cristo, quando lo ricevono anche le persone morte e corruttibili, le introduce prima di tutto alla vita” (Nicola Cavasilas, ed. “Gregorio Palamas”, Filocalia 22, p. 278). Con la caduta abbiamo subìto una corruzione cadendo nello stato della mortificazione. Ora ci viene offerto l’essere, un nuovo modo di esistenza: Cristo. Di conseguenza, mentre con il Santo Battesimo riceviamo la nascita, con la Santa Cresima riceviamo – come già abbiamo detto più sopra – il movimento (˝κίνησις˝) e con la Divina Eucaristia la vita. Dice Cavasilas: “Il battesimo è nascita, il miro ha il luogo dell’azione (energia) e del movimento dentro di noi, mentre il pane della vita e il calice dell’eucaristia è cibo e bevanda vera” (op. cit., p. 312). In un altro punto, lo stesso Santo Padre, presentando il valore di questi tre sacramenti, scrive: “Il battesimo dà l’essere… e ricevendolo introduce alla vita; l’unzione con il miro perfeziona il neonato in questa vita deponendogli la dovuta azione (energia), mentre la divina eucaristia conserva e contiene la vita stessa e la salute” (op. cit., p. 278).
Esiste una unione inseparabile tra questi tre sacramenti, e perciò, subito dopo il Battesimo veniamo condotti alla Santa Cresima e alla Divina Comunione, perché questo è lo scopo del Battesimo: incorporarci nella Chiesa, diventare membra del Corpo mistico di Cristo, degni della comunione del Suo santissimo e preziosissimo Corpo e Sangue. Con il Sacramento della Santa Illuminazione l’uomo nasce in una vita nuova, acquista una nuova esistenza, un nuovo modo di vita, esce dalle tenebre e vede la luce, esce dall’ignoranza e porta alla conoscenza di Dio. Questo cambiamento è una realtà sensibile, particolarmente nei battezzati, ma anche negli altri uomini, come dice la Santa Scrittura e commentano i Santi Padri della Chiesa, ad esempio San Simeone il Nuovo Teologo (vd. SC 113, p. 182).
E’ particolarmente importante ciò che dice Sant’Ignazio d’Antiochia sulla vita spirituale dell’uomo, collegata con l’incorporazione nella Chiesa e la comunione con il Corpo e il Sangue di Cristo. Le posizioni ecclesiologiche di Sant’Ignazio il Teoforo offrono la possibilità di vedere la grande importanza e il valore dei tre sacramenti dell’iniziazione cristiana, visto che veniamo battezzati e cresimati per comunicare il Corpo e il Sangue di Cristo.
Secondo Sant’Ignazio, l’uomo non ha vita in se stesso. Soltanto Dio è la vita per eccellenza. Dopo la caduta l’uomo viene imprigionato dal diavolo e dalla morte. Perciò ha bisogno di acquistare la vera vita. Questa liberazione non è realizzabile con dei comandamenti esterni, ma tramite una rinascita e restaurazione dell’uomo, cosa possibile in Cristo Gesù. L’uomo non può vivere da solo, ma in comunione con Dio e, naturalmente, questa vera comunione si compie nell’approvazione della Croce e della Resurrezione di Cristo (vd. Biblioteca dei Padri Greci, ed. “Diaconia Apostolica”, vol. 2, pp. 266 in poi). Cristo ha vinto la morte e il peccato con la Sua Croce e la Sua Resurrezione e, di conseguenza, anche noi dobbiamo partecipare a questo mistero della Croce e della Resurrezione. Ciò si realizza con il Sacramento del Battesimo come commenta l’Apostolo Paolo: “Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova” (Rom 6, 4). Parallelamente ci si deve nutrire con la carne di Cristo per acquistare la vera vita. Dice Sant’Ignazio: “Non mi accontento del cibo corruttibile; neanche con i piaceri di questa vita. Voglio il pane di Dio, il pane celeste, il pane della vita, che è la carne di Gesù Cristo, Figlio di Dio… Come bevanda voglio il Suo sangue, che è amore incorruttibile e vita eterna” (vd. Biblioteca dei Padri Greci, vol. 2, p. 305).
Ciò significa che l’uomo, con la caduta, è stato mortificato sia corporalmente che spiritualmente e, di conseguenza, ora ha bisogno di una nuova rinascita e di una nuova restaurazione. Questa restaurazione non si realizza con dei comandamenti moralistici e dei pensieri ideologici, ma con l’abolizione della morte e la trasfigurazione dell’esistenza psico-somatica, realtà che avviene con l’ingresso nel Corpo di Cristo, la Chiesa, e l’assunzione del vero cibo, ossia la carne e il sangue di Cristo per rendere possibile la partecipazione alla vittoria di Cristo sulla morte. Infatti, come è stato più volte ripetuto, questa partecipazione non è un evento moralistico e intellettuale, ma esistenziale e ontologico.
b) Con il Sacramento della Santa Illuminazione avvengono anche altri cambiamenti, cioè si modificano gli eventi sociali. L’uomo con la sua caduta, considerata come una malattia della natura umana, l’ha trasmessa anche alle istituzioni sociali. L’imposizione di un uomo su un altro uomo, lo sfruttamento dell’uomo dall’uomo, le guerre, le catastrofi, ecc. sono conseguenze della corruzione e della morte, ereditata con il peccato originale. Quando l’uomo si rinnova, si trasfigura, cambiano anche gli eventi sociali, continuando vivere in una società non perfetta, attesa solo (la perfezione) nel secolo futuro.
La storia ecclesiastica conserva molti esempi di cambiamenti sociali, come conseguenza della partecipazione ai Sacramenti e alla vita di Cristo. Il Cristianesimo opera tutti i cambiamenti all’interno della Chiesa. I Cristiani, dopo il Battesimo, liberavano gli schiavi, correggevano le situazioni sociali, vivevano la carità in molteplici modi. Esistono molti esempi nella storia ecclesiastica, nei quali si mostra l’interesse dei Cristiani verso i poveri, le vedove, gli orfani, i prigionieri, i carcerati, gli schiavi, ecc. I Cristiani beneficiavano anche gli idolatri, come confessa lo stesso Giuliano l’Apostata. Quando venivano battezzati liberavano gli schiavi. Esempio classico è il caso di Erma, prefetto di Roma (119 d.C.), il quale, divenuto cristiano, portò i suoi 1250 schiavi ad essere battezzati e, in seguito, li liberò. Da ciò si dimostra che il Cristianesimo ha operato il più grande cambiamento nella storia. Ciò è avvenuto non con la creazione di sistemi e ideologie, ma con la restaurazione degli uomini per mezzo della Grazia di Dio, che viene offerta nella Chiesa tramite i Santi Misteri.
c) Se l’uomo si trasfigura con la Santa Illuminazione e, in genere, con la vita ecclesiastica che segue a tali Sacramenti e se avvengono dei cambiamenti sociali, ciò significa che accadono pure delle conseguenze cosmiche. In altre parole, anche il creato riceve le conseguenze benefiche della vittoria sulla morte. Poiché la natura non ha volontà propria, ma è stata trascinata dall’uomo alla corruzione, quando l’uomo si trasfigura anche il creato cambia orientamento. L’Apostolo Paolo dice che la natura aspetta con ansia la sua liberazione dalla corruzione: “La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità – non per suo volere, ma per volere di colui che l’ha sottomessa – e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto” (Rom 8, 19-22). Qui sottolineo uno splendido brano di Sant’Isacco il Siro, che indica la restaurazione della natura tramite l’uomo trasfigurato: “L’umile avvicina gli animali selvaggi e, quando questi lo vedono, la loro selvatichezza si tranquillizza, gli si accostano come ad un padrone, gli piegano le loro teste e gli leccano le mani e i piedi, perché hanno avvertito in lui lo stesso profumo emanato da Adamo prima del peccato” (Isacco il Siro, Opere Ascetiche, ed. Rigopoulos, 1997, p. 78).
d) In fine un altro cambiamento visibile che vorrei sottolineare è quello terapeutico. Abbiamo molti esempi – anche oggi soprattutto nelle missioni ortodosse – di catecumeni ammalati che ricevendo la Santa Illuminazione (Battesimo, Cresima, Eucaristia) sono guariti dalle loro malattie, in alcuni casi gravi. Ciò naturalmente non è avvenuto magicamente, solo perché hanno ricevuto i Sacramenti dell’iniziazione cristiana. Sono guariti perché avevano seguito un catecumenato autentico, con fervente fede, molta preghiera, severo e totale digiuno e continua vita cultuale, eccetto naturalmente quella sacramentale. Vi riferisco un caso che ho conosciuto personalmente. Si tratta di una professoressa universitaria americana agnostica, la quale subito dopo che ha ricevuto la Santa Illuminazione si è guarita dall’importante malattia di lupus reumatoide, ma anche dalla sterilità, e tutto ciò è accaduto perché ha seguito un cammino e una vita catechetica che le ha permesso di essere premiata con la guarigione. Ma per rimanere per sempre attivo questo status di guarigione e salute bisogna conservare senza macchia la vestitura bianca della illuminazione, seguendo una vera e autentica vita evangelica e cristiana dentro la Chiesa, che come dice San Giovanni Crisostomo è l’unico ospitale da cui, chi entra, si esce guarito.
Da tutto ciò si mostra che la Santa Illuminazione non è una semplice cerimonia e neppure una semplice preghiera, ma il Sacramento dell’entrata ufficiale dell’uomo nel Corpo di Cristo. Con questa entrata l’uomo supera la morte e partecipa dell’energia purificatrice, illuminatrice e divinizzatrice di Dio. All’interno di questi presupposti l’illuminato vive la nuova creazione della Chiesa.
5. Conclusione
La Santa Illuminazione con tutto ciò che la precede (la catechesi) e che la segue (la vita evangelica), rinnova l’uomo, lo libera dalla morte e dal diavolo e ha forti conseguenze sociologiche e cosmiche. La Chiesa con i Sacramenti trasfigura l’uomo e rinnova tutto il creato. I Sacramenti sono il lievito che fa fermentare tutta la creazione. Non si tratta di cambiamenti utilitaristi e moralisti, ma di cambiamenti ontologici. Naturalmente, perché la Grazia Divina operi in modo salvifico nel Sacramento della Santa Illuminazione (Battesimo, Cresima, Eucaristia), bisogna che esistono i necessari presupposti ecclesiologici, con i quali si supera la secolarizzazione. Credo che il modo con cui una Chiesa affronta il Sacramento della iniziazione cristiana mostra se è autentica o secolarizzata. Infatti, la grande forza della Grazia nel trasfigurare e rinnovare l’uomo e la creazione intera che viene offerta con la Santa Illuminazione, si effettua quando è in collegamento stretto con tutta la vita ecclesiastica, al di fuori della quale non esiste alcuna possibilità di salvezza.
Grazie!